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Statua di Zeus in trono da Solunto – Museo archeologico “A. Salinas” (Palermo) | Start-test
18 Gen

Statua di Zeus in trono da Solunto – Museo archeologico “A. Salinas” (Palermo)

Nel corso dell’intervento di restauro conservativo della statua di Zeus in trono proveniente dal sito archeologico di Solunto e conservato presso il Museo archeologico A. Salinas di Palermo, abbiamo avviato in collaborazione con la Direzione del museo e la ditta G. Milazzo Restauri, un’approfondita campagna di indagini diagnostiche finalizzate a caratterizzare lo stato di conservazione, i materiali costitutivi e i restauri occorsi in passato sull’opera.

L’antica città di Solunto è certamente uno dei principali siti archeologici importanti in Sicilia, non molto lontano dalla città di Palermo (Sicilia). Durante gli scavi archeologici eseguiti dal 1825 dalla Commissione per le Antichità e le Belle Arti della Sicilia furono scoperti molti importanti reperti, tra i quali appunto la colossale statua di Zeus in trono, realizzata in pseudo-acrolito e databile al II secolo a.C.. Lo stato di conservazione in cui versava l’opera non permetteva di comprendere la tecnica di esecuzione e di distinguere le porzioni originali dalle integrazioni giustapposte nel tempo. I recenti lavori di conservazione hanno dato l’opportunità di studiare e ricostruire tutte le fasi del processo di realizzazione e datare le complesse vicende conservative. Grazie ad un approccio scientifico e una pulitura stratigrafica e selettiva, orientata al rispetto e al recupero delle superfici originali, sono state riscoperte e analizzate le tracce delle antiche policromie, recuperando informazioni sull’aspetto originario della statua. Tra le indagini scientifiche eseguite, infatti, le analisi in XRF prima e le successive osservazioni al microscopio ottico e al SEM-EDX su micro-frammenti poi, hanno restituito importanti evidenze analitiche sugli elementi decorativi originali e sulle stesure pittoriche ancora presenti; in particolare tali indagini hanno permesso di confermare la presenza di una spilla in metallo dorato applicata sul chitone di Zeus.

Subito dopo il rinvenimento, lo scultore neoclassico Valerio Villareale, considerato il Canova siciliano, restaurò nel 1826 la colossale statua di Zeus che fu ritrovata in frammenti e ne completò le parti mancanti. Non si avevano fonti d’archivio, ma già alle prime osservazioni ravvicinate nel corso delle prime fasi dell’intervento sia il restauratore che gli archeologi avevano attribuito alcune parti dell’opera a rifacimenti e integrazioni successive, qualitativamente inferiori a quelle del Villareale.

Dunque, proprio per ottenere una preliminare mappatura dei diversi materiali aggiunti nel tempo e orientare le scelte operative del restauro, sono state condotte diverse indagini diagnostiche, sia in situ tramite tecniche non invasive che in laboratorio su micro-prelievi. In particolare, la fluorescenza UV, la termografia IR, il rilievo tramite pacometro, le analisi in XRF hanno consentito di identificare e localizzare i materiali, distinguendo per composizione chimica le diverse stuccature successive al primo intervento del Villareale, valutare il loro stato di conservazione e chiarire la sovrapposizione tra le integrazioni e la superficie originale. 

Successivamente, a seguito delle preliminari informazioni in situ, sono stati eseguiti micro-prelievi analizzati in microscopia ottica, microscopia elettronica a scansione (SEM-EDS) e spettroscopia FTIR e Raman. I risultati hanno chiarito le complesse stratigrafie e hanno individuato pigmenti che costituiscono marker cronologici dando così ulteriori indicazioni per la datazione dei restauri non documentati realizzati nel corso della seconda metà del XIX secolo.

Questo studio ha dato l’opportunità di studiare la pratica del restauro del XIX secolo anche attraverso l’integrazione di informazioni storiche e scientifiche per ricostruire in maniera completa la storia dei restauri che hanno coinvolto al statua, modificandone l’aspetto e conseguentemente la corretta lettura archeologica, oggi recuperata.

I risultati del complesso intervento sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa http://www.artemagazine.it/attualita/item/2960-archeologia-restaurata-la-grande-statua-zeus-di-solunto

https://www.lettera32.org/lo-zeus-di-solunto-conclusi-i-restauri-conferenza-al-museo-salinas-di-palermo/

e sono stati oggetto di due pubblicazioni scientifiche presentate in occasione di convegni tematici internazionali:

  • Alberghina, M.F.; Alvarez de Buergo, M.; Martinez-Ramirez, S.; Milazzo, G.; Schiavone, S.; Spatafora, F. “Conservation of a Colossal Statue of Zeus From Soluntum (Sicily, Italy): scientific and historical remarks about previous restorations”, 5th International conference Youth in the Conservation of Cultural Heritage – YOCOCU”, Madrid, settembre 2016, https://digital.csic.es/handle/10261/154352
  • G. Milazzo, S. Schiavone, F. Spatafora, A. Macchia, “The Colossal Statue of Zeus Enthroned from Soluntum. A case study on the polychromy and the metal attachments of an ancient sculpture in Sicily” 7th Round Table on Polychromy in Ancient Sculpture and Architecture, November 2015, Florence

https://www.academia.edu/37706237/G.Milazzo_S.Schiavone_F.Spatafora_A.Macchia_The_Colossal_Statue_of_Zeus_Enthroned_from_Soluntum_a_Case_Study_on_the_Polychromy_and_the_Metal_Attachments_of_an_Ancient_Sculpture_in_Sicily_in_Polychromy_in_Ancient_Sculpture_and_Architecture_2018_85-91