Sala dei Venti – Palazzo Reale – Palermo
La Sala dei Venti è uno dei più suggestivi luoghi del Palazzo dei Normanni a Palermo, si tratta di una struttura sita all’interno della Gioaria, una torre medievale dell’originale nucleo arabo-normanno, antistante la Sala di Ruggero, coperta da un soffitto ligneo dipinto, risalente al XVIII secolo, al centro del quale campeggia una rosa dei Venti che dà il nome all’ambiente. Le porzioni superiori delle pareti e la copertura, soggette nel tempo a numerosi restauri e rifacimenti, presentano una ricca decorazione dipinta suddivisa in tre livelli: quello superiore costituito dal soffitto dipinto (parzialmente incamottato); quello intermedio costituito dai dipinti murali con decorazioni a finto marmo; il livello inferiore costituito da dipinti murali con decorazione a finto mosaico su fondo argentato-dorato. Sfortunatamente grandi estensioni delle superfici decorate attualmente versano in cattive condizioni di conservazione, principalmente a causa di pregresse infiltrazioni d’acqua dal tetto, che hanno generato importanti dilavamenti degli strati pittorici e di preparazione, distacchi e cadute, soprattutto sul soffitto dipinto e su due delle quattro pareti decorate a finto mosaico.
Per salvaguardare questo patrimonio, l’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) ha previsto un intervento di restauro, avendo efficacemente risolto il problema delle infiltrazioni con il rifacimento del sistema di copertura. Preliminarmente alla stesura del progetto di restauro, l’ARS ha avviato un sistematico studio diagnostico e conoscitivo dei materiali a noi affidato e eseguito in collaborazione con l’Ing. Bartolomeo Megna dell’Università degli Studi di Palermo. Sono state quindi eseguite indagini non invasive e non distruttive in situ e indagini micro-distruttive su campioni prelevati ad hoc volte a definire la composizione materiale e i fenomeni di degrado in atto, dovuti sia alle condizioni termoigrometriche non favorevoli, all’invecchiamento dei materiali e alle pregresse intese infiltrazioni delle acque piovane.
L’osservazione preliminare e l’indagine termografica hanno confermato l’assenza in atto di infiltrazioni d’acqua, definitivamente risolte dalla nuova copertura, e di fenomeni di condensa sulle superfici dipinte, anche grazie alla presenza di griglie di aerazione su più livelli. Inoltre, l’incrocio dei dati termografici e quelli dei rilievi tramite pacometro ed endoscopio ha messo in evidenza la struttura del tetto e permesso di individuare i sistemi di connessione tra le tavole. Le indagini XRF, Raman e FT-IR hanno portato all’identificare dei materiali pittorici, originali e di restauro. Il riconoscimento dei pigmenti ha fornito un supporto per la datazione indiretta delle fasi originali e dei successivi interventi. Le ridipinture sono a base di una resina alchidica, identificata in GC-MS. Le stesure pittoriche originali del soffitto ligneo sono risultate essere a base di una tempera a uovo, applicata su uno strato di preparazione a gesso e colla animale; le dorature sono in foglia d’oro. Anche le specie lignee e le fibre tessili dell’incamottatura sono state identificate. Lo studio del livello intermedio a finto marmo ha evidenziato la presenza di decori geometrici in buono stato di conservazione occultati da fasce di carta con stesura grigio-bianca a base di bianco di titanio intervallate da cornici lignee a falso oro. Infine, per i dipinti murali del terzo livello, le indagini hanno evidenziato la presenza di una diversa stratigrafia ed in particolare di uno strato bituminoso presente al di sotto dello strato pittorico nelle porzioni più degradate. L’indagine di fluorescenza UV e FT-IR ha localizzato e identificato, su alcune superfici, la presenza diffusa di una resina chetonica di restauro in corrispondenza di una parete che mostrava un peculiare fenomeno di crettatura.
Le indagini, che costituiscono ad oggi il primo studio scientifico sui materiali degli apparati decorativi della Sala dei Venti, hanno permesso di ricavare informazioni utili per la programmazione dell’intervento di restauro, ma anche per la ricostruzione degli interventi pregressi e delle fasi cronologiche di realizzazione dell’opera.
Gli esiti delle indagini sono stati presentati in occasione del XVII Congresso Nazionale IGIIC Lo Stato dell’Arte tenutosi a Matera nell’ottobre 2019 (http://www.igiic.org/?p=5094) e sono stati pubblicati negli Atti del congresso.
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