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Gli argenti di Morgantina - Museo archeologico di Aidone (Enna) | Start-test
24 Ott

Gli argenti di Morgantina – Museo archeologico di Aidone (Enna)

In occasione della movimentazione del Tesoro di Eupólemos nel 2015 per il prestito al Metropolitan Museum of Art di New York da parte del Museo Archeologico di Aidone, ci è stata affidata la campagna diagnostica per la valutazione e il monitoraggio dello stato di conservazione. Considerato il particolare pregio delle superficie e l’unicità degli oggetti sottoposti ad indagine, il progetto di approfondimento scientifico ha limitato la scelta dei possibili approcci all’impiego di tecniche spettroscopiche e di imaging di tipo non distruttivo e non invasivo condotte direttamente in situ tramite strumentazione portatile, procedendo dunque all’analisi chimica e strutturale attraverso l’acquisizione di radiografie digitali, riprese di fluorescenza UV e analisi di fluorescenza a raggi X.

Tale approfondimento scientifico, condotto in stretta collaborazione con la Direzione del Museo, è stato finalizzato: i) all’approfondimento conoscitivo della tecnica di realizzazione e dei materiali costituenti originali; ii) all’identificazione dei materiali di restauro e/o di degrado.; iii) alla valutazione dello stato conservativo attuale allo scopo di individuare dei marker composizionali e per acquisire dati utili ad un monitoraggio programmato delle condizioni conservative.

Le acquisizioni spettrali e di imaging diagnostico condotte sui 16 reperti hanno prodotto: l’analisi su 110 punti di misura indagati tramite fluorescenza a raggi X per l’identificazione degli elementi chimici costituenti le superfici argentate, dorate sia in buono stato di conservazione sia interessate da fenomeni di corrosione (formazione di solfuri di argento e/o di rame); 40 ore di acquisizione dei segnali fluorescenza nel visibile indotta da illuminazione UV, per lo studio dei materiali estranei presenti sulle superfici (materiali di integrazione, adesivi, protettivi); 27 esposizioni radiografiche (2 proiezioni per ciascun reperto) per l’analisi strutturale e la mappatura delle fratture esistenti.

Le indagini radiografiche, che consentono l’analisi della struttura interna dell’oggetto analizzato attraverso il differente assorbimento dei raggi X, hanno restituito informazioni sulla presenza di fratture, per la maggior parte già oggetto di interventi di restauro pregressi, e hanno permesso approfondimenti sulla tecnologia di assemblaggio dei reperti costituiti da più parti e ha mostrando evidenze morfologiche tipiche della tecnica di lavorazione.

Le acquisizioni della fluorescenza emessa nel visibile indotta da sorgenti UV hanno permesso di localizzare i materiali presenti sulla superficie delle varie opere utilizzati per la realizzazione delle integrazioni e restauri pregressi, evidenziando l’utilizzo di differenti tipologie di materiale ed adesivi, presenti in corrispondenza delle fratture evidenziate dalle radiografie, mappando così interventi conservativi non precedentemente documentati.

L’analisi della fluorescenza a raggi X ha consentito l’identificazione degli elementi chimici restituendo informazioni sia sulla tecnica di estrazione dell’argento che di applicazione della foglia d’oro decorativa. Sono stati, inoltre, individuati marker utili per il monitoraggio delle superfici interessate da fenomeni di corrosione da ricondurre alla formazione di solfuri di argento o di rame, riconoscibili per il tipico annerimento, come anche, per alcuni reperti, la presenza di cloruri e bromuri, anch’essi caratterizzati da colorazione grigio scura. 

I risultati delle indagini sono stati oggetto di diverse pubblicazioni su monografie e riviste scientifiche.

https://www.spiedigitallibrary.org/journals/Journal-of-Electronic-Imaging/volume-26/issue-1/011015/Integrated-three-dimensional-models-for-noninvasive-monitoring-and-valorization-of/10.1117/1.JEI.26.1.011015.short?SSO=1