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07 Set

Portale Maggiore della Cattedrale di Monreale (Palermo)

La Cattedrale di Monreale è uno dei monumenti più rappresentativi del periodo arabo-normanno in Sicilia, inserito nella World Heritage List UNESCO del sito seriale Palermo Arabo – Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale dal luglio 2015. Fu fondata dal re Guglielmo II (1166-1184) e la costruzione iniziata nel 1174 fu conclusa nel 1186. La Cattedrale è uno fra i migliori esempi di fusione delle influenze orientali e occidentali createsi dall’artigianato bizantino, islamico e romanico. Il Portale Maggiore, noto come “Porta del paradiso”, realizzato in blocchi di marmo scolpiti e intarsiati, è uno degli elementi architettonici esterni più importanti dell’intero complesso monumentale. 

In occasione del recente intervento di restauro del Portale maggiore sono state eseguite indagini sia di tipo non invasivo che su campione. Gli obiettivi dell’approfondimento diagnostico hanno riguardato la caratterizzazione dei materiali originali (eventuale presenza di policromie e finiture delle porzioni in marmo scolpito e tessere vitree delle decorazioni musive), di degrado e introdotti sulla superficie da restauri realizzati in passato, al fine di fornire le informazioni necessarie a: indirizzare le metodologie e i materiali per l’intervento di restauro; approfondire la tecnica di realizzazione dell’opera; valutare lo stato di conservazione del bene. 

Lo studio diagnostico condotto durante le diverse fasi del cantiere ha previsto l’impiego di termografia IR, rilievo pacometrico, analisi XRF in situ e analisi su campione. L’approfondimento sui microcampioni è stato condotto per: determinare la presenza di sali solubili, mediante Cromatografia ionica; caratterizzare i materiali di natura organica utilizzando la spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier, (FT-IR) e l’analisi in gascromatografia-spettrometria di massa in pirolisi (Py-GC-MS); osservare le stratigrafie presenti tramite analisi integrata in Microscopia ottica in sezione sottile e lucida, Diffrazione ai Raggi X ( XRD) e microscopia elettronica con microsonda in dispersione di energia (SEM EDX).

I risultati delle indagini sono stati presentati in occasione di convegni tematici e pubblicati su riviste scientifiche. 

Gli esiti dell’intera ricerca recentemente sono stati pubblicati nel numero speciale della rivista International Journal of Conservation Science (IJCS) dedicata a “New Strategies and Methodologies Applied to Cultural Heritage: From the Analytical Approach to the Case Studies” (Guest editors: Mauro F. LA RUSSA, Paola FERMO, Natalia ROVELLA, Vol 11 – marzo 2020).

Il nostro articolo “A Multi-Analitycal Approach to Adress a Sustanaible Conservation of the Main Marble Portal of the Monreale Cathedral” è liberamente scaricabile qui

http://www.ijcs.uaic.ro/current.html?fbclid=IwAR1lG6ymHHTRkWD9HNOWOn3AzSrp6I_VlmIUMITrVUweGpdowJphBLOrAfQ

08 Ott

Annunciata – Antonello da Messina – Galleria Regionale di Palazzo Abatellis (Palermo)

Grazie all’impiego del nostro scanner INTRAVEDO abbiamo portato avanti nel 2015 un approfondimento diagnostico per integrare le conoscenze acquisite nel corso delle precedenti campagne diagnostiche eseguite già nel 2005 dal CRPR – regione Sicilia per lo studio e il monitoraggio di questa iconica tavola dipinta in occasione della movimentazione per le mostre a Roma e a New York.

Le nuove indagini in riflettografia IR e analisi XRF hanno infatti chiarito la questione finora aperta sulla interpretazione della stesura pittorica azzurra tra il volto della Vergine e il velo blu (sul lato sinistro). Ciò è stato possibile grazie alla sistematica identificazione dei pigmenti nell’area di interesse e il confronto con l’intera tavolozza pittorica e alla lettura delle stratigrafie possibili integrando i dati forniti dalle tecniche non invasive utilizzate. Lo scanner INTRAVEDO permette di eseguire Riflettografie IR con sensore InGaAs (1700 nm) ad alta risoluzione e elevatissima qualità di immagine priva di distorsioni ottiche e geometriche ed è inoltre dotato di sistema di posizionamento a geometria controllata per eseguire mapping XRF.

Ripartendo dalle informazioni d’archivio, dai precedenti restauri e indagini diagnostiche, i nuovi dati acquisiti costituiscono un presupposto importante per una corretta lettura storico – artistica dell’aspetto originale del dipinto e rappresentano un supporto scientifico per chiarire le vicende conservative che hanno portato il dipinto al suo stato attuale. 

I risultati dello studio non invasivo sul dipinto sono stati pubblicati sulla rivista Archeomatica 

http://mediageo.it/ojs/index.php/archeomatica/article/view/1618/1472

24 Ott

Gli argenti di Morgantina – Museo archeologico di Aidone (Enna)

In occasione della movimentazione del Tesoro di Eupólemos nel 2015 per il prestito al Metropolitan Museum of Art di New York da parte del Museo Archeologico di Aidone, ci è stata affidata la campagna diagnostica per la valutazione e il monitoraggio dello stato di conservazione. Considerato il particolare pregio delle superficie e l’unicità degli oggetti sottoposti ad indagine, il progetto di approfondimento scientifico ha limitato la scelta dei possibili approcci all’impiego di tecniche spettroscopiche e di imaging di tipo non distruttivo e non invasivo condotte direttamente in situ tramite strumentazione portatile, procedendo dunque all’analisi chimica e strutturale attraverso l’acquisizione di radiografie digitali, riprese di fluorescenza UV e analisi di fluorescenza a raggi X.

Tale approfondimento scientifico, condotto in stretta collaborazione con la Direzione del Museo, è stato finalizzato: i) all’approfondimento conoscitivo della tecnica di realizzazione e dei materiali costituenti originali; ii) all’identificazione dei materiali di restauro e/o di degrado.; iii) alla valutazione dello stato conservativo attuale allo scopo di individuare dei marker composizionali e per acquisire dati utili ad un monitoraggio programmato delle condizioni conservative.

Le acquisizioni spettrali e di imaging diagnostico condotte sui 16 reperti hanno prodotto: l’analisi su 110 punti di misura indagati tramite fluorescenza a raggi X per l’identificazione degli elementi chimici costituenti le superfici argentate, dorate sia in buono stato di conservazione sia interessate da fenomeni di corrosione (formazione di solfuri di argento e/o di rame); 40 ore di acquisizione dei segnali fluorescenza nel visibile indotta da illuminazione UV, per lo studio dei materiali estranei presenti sulle superfici (materiali di integrazione, adesivi, protettivi); 27 esposizioni radiografiche (2 proiezioni per ciascun reperto) per l’analisi strutturale e la mappatura delle fratture esistenti.

Le indagini radiografiche, che consentono l’analisi della struttura interna dell’oggetto analizzato attraverso il differente assorbimento dei raggi X, hanno restituito informazioni sulla presenza di fratture, per la maggior parte già oggetto di interventi di restauro pregressi, e hanno permesso approfondimenti sulla tecnologia di assemblaggio dei reperti costituiti da più parti e ha mostrando evidenze morfologiche tipiche della tecnica di lavorazione.

Le acquisizioni della fluorescenza emessa nel visibile indotta da sorgenti UV hanno permesso di localizzare i materiali presenti sulla superficie delle varie opere utilizzati per la realizzazione delle integrazioni e restauri pregressi, evidenziando l’utilizzo di differenti tipologie di materiale ed adesivi, presenti in corrispondenza delle fratture evidenziate dalle radiografie, mappando così interventi conservativi non precedentemente documentati.

L’analisi della fluorescenza a raggi X ha consentito l’identificazione degli elementi chimici restituendo informazioni sia sulla tecnica di estrazione dell’argento che di applicazione della foglia d’oro decorativa. Sono stati, inoltre, individuati marker utili per il monitoraggio delle superfici interessate da fenomeni di corrosione da ricondurre alla formazione di solfuri di argento o di rame, riconoscibili per il tipico annerimento, come anche, per alcuni reperti, la presenza di cloruri e bromuri, anch’essi caratterizzati da colorazione grigio scura. 

I risultati delle indagini sono stati oggetto di diverse pubblicazioni su monografie e riviste scientifiche.

https://www.spiedigitallibrary.org/journals/Journal-of-Electronic-Imaging/volume-26/issue-1/011015/Integrated-three-dimensional-models-for-noninvasive-monitoring-and-valorization-of/10.1117/1.JEI.26.1.011015.short?SSO=1